ASSASSINIO A PEDRA MANNA di Gavino Zucca

ASSASSINIO A PEDRA MANNA è il QUINTO romanzo che Gavino Zucca dedica alle indagini del tenente Giorgio Roversi. Vi racconto perché mi è piaciuto

ASSASSINIO A PEDRA MANNA

Gavino Zucca

Prima pubblicazione : 2021

Editore : Newton Compton

Pagine : 352 p.

Genere : mystery, giallo

Preceduto da : IL MISTERIOSO CASO DI VILLA GRADA

Seguito da : Giallo sulla Riviera di Corallo

ASSASSINIO A PEDRA MANNA : il libro (dal sito dell’editore)

Sassari, 1962. Mentre sta svolgendo i lavori di riparazione dell’impianto fognario di Villa Flora, un manovale rinviene un antico reperto di epoca nuragica.

Due giorni dopo, l’uomo scompare senza lasciare traccia e l’archeologo a cui intendeva vendere l’oggetto viene trovato morto a Pedra Manna, poco lontano da Sassari, in una domu de janas, una tomba preistorica.

Le indagini, condotte dal tenente Roversi, sembrano confermare la colpevolezza del manovale, ma quando anche quest’ultimo viene ucciso, l’impasse sembra insuperabile. Qual è il movente dietro ai due omicidi?

Sarà un particolare legato al misterioso reperto a fornire a Roversi un nuovo, imprevedibile indizio per far luce sui delitti.

Ma a questo punto il tenente dovrà confrontarsi con un assassino determinato e pronto a tutto.

ASSASSINIO A PEDRA MANNA : l’autore

È laureato in Fisica e in Filosofia ed è specializzato in Progettazione di Sistemi informatici. È nato e vive a Sassari, ma ha trascorso oltre trent’anni a Bologna dove ha lavo­rato all’ ENI come project manager, prima di dedicarsi all’insegnamen­to della Fisica nella scuola supe­riore.

Ha ottenuto numerosi rico­noscimenti partecipando a premi letterari in tutta Italia.

ASSASSINIO A PEDRA MANNA : le indagini del tenente Roversi

ASSASSINIO A PEDRA MANNA: breve riassunto e commento personale

Anche in questo romanzo Zucca ripropone lo schema che ci ha tanto entusiasmato nei libri precedenti, con una “grande” indagine, affidata ai professionisti, a cui si affiancano delle “piccole” inchieste, di cui invece si occupano i dilettanti.

Stavolta, mentre Roversi, aiutato da Luigi Gualandi, cerca di scoprire chi sia l’assassino di un giovane archeologo, la sua fidanzata Caterina, insieme al fratello Michele, indaga su un suo lontano parente. Intanto gli amici della greffa della cionfra decidono di aiutare la nuova barista del loro bar, Il Caffè dei Portici…

Insomma, un romanzo divertente, che ci permette anche di conoscere meglio la Sardegna e la sua storia. Dopo averci portato nel mondo dell’ippica nel precedente romanzo, stavolta Zucca ci porta in quello dei tombaroli e degli scavi illegali. E ci dimostra che non sempre si uccide per soldi o per amore…

Sono passati circa tre mesi dai fatti narrati in “IL MISTERIOSO CASO DI VILLA GRADA” e Roversi è ormai tornato definitivamente in Sardegna, deciso a coronare il suo sogno d’amore con Caterina.

Tutto ha inizio con l’esplosione di un pozzo nero, giovedì 22 marzo 1962, a Villa Flora

Non c’è altra soluzione che allontanare tutti gli abitanti della villa. Resterà solo don Luigi, che seguirà i lavori:

«In attesa di far fare un nuovo impianto, dovete andare tutti da qualche altra parte… Io resterò qui, per seguire i lavori. In qualche modo mi arrangerò. Non sarà peggio di quando stavo sul fronte russo».

Nonostante Vittorio Delogu abbia già un grosso lavoro per conto della Sovrintendenza, ad Osilo, il giorno dopo ha già messo al lavoro due dei suoi uomini, Elias Mannu e Baingio Cocco.

Durante gli scavi, Baingio trova due gradini di granito e subito pensa che anche a Pedra Manna, negli scavi per laSoprintendenza, ha visto qualcosa di analogo.

L’archeologo che seguiva i lavori, il dottor Arcangelo Pisanu, gli aveva spiegato che si trattava di unpozzo sacro, più vecchio persino degli stessi nuraghi.

Ma c’è di meglio :

In mezzo al terreno appena smosso era comparso un oggetto di metallo ricoperto da una patina verde… Di reperti come quello ne aveva visti parecchi durante gli scavi che aveva fatto per la Soprintendenza. E aveva imparato abbastanza per sapere che c’era gente per cui quel genere di cose era molto importante. Gente che, forse, sarebbe stata anche disposta a pagare per poter dire di averne trovato uno.

E il muratore ne conosce qualcuno, come il giovane e ambizioso archeologo alle prime esperienze, Giovanni Masala… Purtroppo dovrà coinvolgere anche il collega, che ha visto il bronzetto raccolto da Cocco.

Ma quegli stessi scalini erano emersi già quindici anni prima, nei primi lavori per dotare la nascente Villa Flora di un vero impianto fognario.

Allora, in seguito a quella scoperta, don Luigi aveva sospeso le attività per un paio di giorni, il tempo di appurare che quasi certamente si trattava solo della breve scalinata che conduceva a un locale seminterrato addossato un tempo alla casa e utilizzato come deposito e magazzino, di cui aveva trovato traccia nelle vecchie mappe catastali.

E così i due gradini erano stati ricoperti e dimenticati da tutti. Almeno fino a quel giorno…

Non appena Masala vede il bronzetto ritrovato da Cocco si sente prendere da un’intensa emozione. E a Cocco non sfugge il cambiamento di espressione sul volto dell’archeologo.

Con la saggezza pratica di chi ha imparato sulle strade a farsi largo nella vita, Baingio Cocco comprese di avere in mano qualcosa che valeva assai più di quanto avesse immaginato fino a quel momento. Di certo, molto più di quelle diecimila lire che aveva appena chiesto all’archeologo.

Anche se non sa il valore di quella statuina, comprende che può guadagnare parecchio e riesce a convincere Masala. Faranno lo scambio il giorno dopo a Pedra Manna.

Ma il pomeriggio di domenica, il custode di Pedra Manna, Gesuino Virdis, controlla la merce che con i suoi soci, ha nascosto dentro la “casa delle fate” (Domus de janas).

E fa una macabra scoperta:

Un uomo giaceva a pancia in giù, con il braccio destro allungato in avanti, la testa reclinata di lato e la faccia rivolta verso il fondo della stanza. 

Nelle tasche del giovane trova una specie di bottone metallico a forma di cono schiacciato, con un perno spezzato in mezzo alla base.

Intanto Roversi, ignaro di tutto, si gode una cena con Gualandi e gli racconta una grossa novità : a Sassari verrà creato un distaccamento del nucleo investigativo regionale e a lui è stato assegnato il ruolo operativo.

Roversi deve interrompere il pasto : una donna ha denunciato la scomparsa del marito

«Si chiama Gavino Cocco, Baingio per gli amici».

La denuncia è stata presentata dalla moglie dello scomparso, Assunta Spiga, preoccupata perché non ha più notizie del marito da subito dopo pranzo, quando le aveva detto che si sarebbe recato a Villa Flora…

Insieme a Gualandi, Roversi controlla Villa Flora e intanto continua a pensare alla macchina fotografica che Cocco avrebbe chiesto in prestito al cognato per scattare delle foto. Cocco le ha fatte sviluppare il giorno dopo ma ora foto e negativi sono scomparsi insieme all’uomo.

Roversi scopre che Cocco ha chiamato il Museo Manna… Per quale motivo???

«Hanno chiamato dalla caserma. C’è stata una telefonata anonima, poco fa. Qualcuno dice di aver visto Cocco domenica, subito dopo pranzo, mentre suonava al cancello di un’abitazione sulla strada dell’Eba Giara».

Ad aprire a Roversi è un uomo sulla sessantina, piuttosto alto dall’aspetto austero e imponente. il professor Valerio Martinez. Il tenente nota subito una fossa nel giardino dell’uomo e Martinez spiega che si tratta della sepoltura degli animali uccisi dai suoi feroci cani da guardia, Buck e Zanna.

Cocco aveva dovuto aiutarlo a seppellire l’ultima vittima, un randagio di nome Pippo. Roversi però non è convinto della spiegazione e decide di vedere che cosa nasconda il professore, rimediando una brutta figura…

Ma il tenente ha altro per la testa: ha infatti scoperto che uno dei parenti di Caterina è stato in prigione e questo potrebbe essere un impedimento per il loro matrimonio. Purtroppo la scoperta di un altro cadavere interrompe le sue riflessioni.

La vittima è Giovanni Masala

«A giudicare dallo stato in cui si trovano il volto e la parte superiore del corpo, direi che gli hanno sparato a distanza ravvicinata con un fucile a pallettoni».

Quando scopre che Cocco aveva cercato Masala e che i due si erano incontrati in un locale sabato sera, capisce che la morte dell’archeologo e la scomparsa del muratore sono collegate… E si butta a capofitto in questa nuova indagine, cercando di mettere insieme tutti i minuscoli dettagli che non sfuggono al suo occhio esperto!

Anche se il suo superiore, il capitano Armani, ha dichiarato chiuso il caso Masala, Roversi decide di continuare ad indagare

«Finché avrò anche solo il minimo dubbio che una persona possa essere accusata ingiustamente, non ci sarà mai niente che potrà fermarmi».

E mentre Caterina e Michele cercano di saperne di più sul cugino Sebastiano, scavando nella storia della loro famiglia, a Roversi tocca indagare sul mondo dell’archeologia…

La greffa si rivela preziosa, perché grazie alle indagini parallele della banda di Gualandi Roversi riesce a sapere che cosa era stato nascosto nella domus e ad ottenere preziosi indizi, che gli permetteranno forse di smascherare il subdolo assassino.

Finale come sempre tutto da gustare e scoprire.

VOTO : 8 / 10

/ 5
Grazie per aver votato!

Pubblicato da lacuocaignorante

Lacuocaignorante è una grande curiosona ed ama cucinare, leggere, viaggiare. In una vita precedente (ovvero prima del matrimonio) ero un ingegnere meccanico. Oggi mi occupo del mio Maritozzo e dei nostri tre gatti, insegno materie scientifiche, realizzo siti internet e continuo ad istruirmi!