AGRUMI della COSTA DEI TRABOCCHI

AGRUMI della COSTA DEI TRABOCCHI

Cominciamo oggi a parlare dei prodotti tradizionali abruzzesi “coltivati”, ovvero dei meravigliosi regali che la Natura d’Abruzzo ci offre.

In rigoroso ordine alfabetico, il nostro viaggio inizia dalla costa, precisamente da quella che è chiamata Costa dei Trabocchi.

Scopriamo insieme la zona e i suoi agrumi.

AGRUMI della COSTA DEI TRABOCCHI. La Costa dei Trabocchi

Si chiama “Costa dei Trabocchi” il tratto costiero che va da Ortona a Fossacesia.

Questo tratto di costa, lungo circa 15 km, comprende da nord a sud i seguenti comuni :

  • Ortona
  • San Vito Chietino
  • Rocca San Giovanni
  • Fossacesia
  • Torino di Sangro
  • Casalbordino
  • Vasto
  • San Salvo

Esso prende il nome dalle antiche e suggestive “macchine da pesca” citate spesso negli scritti di Gabriele d’Annunzio.

I primi trabocchi furono costruiti nel XVIII secolo sulla costa di San Vito Chietino. Proprio a San Vito si trova il trabocco più antico, quello di Punta Turchino, descritto da Gabriele D’Annunzio ne Il trionfo della morte.

Io e il Maritozzo amiamo particolarmente San Vito Chietino, che si trova su uno sperone roccioso e da cui si può ammirare la costa adriatica da un lato e il massiccio della Majella dall’altro.

AGRUMI della COSTA DEI TRABOCCHI. Le specie coltivate

Proprio lungo la Costa dei Trabocchi si concentra la produzione di agrumi abruzzesi.

Arance, limoni, cedri, mandaranci, pompelmi crescono qui rigogliosi, senza bisogno di trattamenti. Molti proprietari li hanno abbandonati ma oggi, poco alla volta, vengono recuperati.

Senza dubbio la specie più coltivata è l’arancio, rappresentato da vecchie varietà sia a polpa  rossa che bionda.

La colorazione delle arance rosse, ricche di vitamina C, è assicurata dalle antocianine, che possiedono proprietà terapeutiche e antiossidanti.

Anche mandarino e limone sono presenti con diverse vecchie varietà di origine mediterranea.

I terreni destinati alla coltivazione degli agrumi sono spesso in pendio e confinano con il mare.

Ricerche storiche hanno evidenziato che a importare l’arancio in questo territorio furono dei profughi sefarditi (ebrei di origine iberica), rifugiatisi nel Regno di Napoli. Come vi ho raccontato in precedenza (vedi QUI), gli ebrei colonizzarono questi luoghi, rimasti quasi del tutto abbandonati dopo un terribile terremoto che li aveva colpiti nel 1627.

Sembra che queste arance siano dirette discendenti di quelle cinesi, importate in Europa dai Portoghesi. Del resto, come in molti dei dialetti del Sud, anche nel dialetto della zona le arance sono chiamate ancora ‘portugalle’.

Una particolare varietà di arancio, il “cetrangolo”, ha frutti profumati e saporiti e si distingue dalle altre varietà per le grandi spine presenti sui rami, per il picciolo alato, l’intenso profumo delle foglie e la grande quantità di semi.

In Abruzzo il commercio delle arance ha rappresentato sin dal 1600 una grande risorsa per l’economia locale; i cosiddetti “giardinieri”, gli agricoltori della zona che si occupavano della coltivazione e della esportazione delle arance nei mercati italiani ed esteri, oltre che nei mercati locali, coltivavano circa 400 ettari di agrumeti vari.

Nel 2008, grazie alla buona volontà di alcuni “giardinieri”, è nata una associazione per il loro recupero e valorizzazione.

Le arance della Costa dei Trabocchi sono PRESIDIO SLOW FOOD

Come dicevamo, accanto alle arance,  si coltivano limoni, mandarini e cedri, ricercati sia freschi  che trasformati, soprattutto dalla pasticceria e norcineria di qualità.

La presenza del mandarino e del limone viene fatta risalire all’inizio del secolo scorso.

Oggi, invece, si stima una superficie residua di poche decine di ettari, che comunque consente il sussistere di un piccolo commercio locale effettuato in varie forme: mercatini di prossimità o vendita diretta presso le stesse aziende di produzione.

Attualmente la massima valorizzazione delle arance si ottiene con la loro trasformazione in ottime confetture, come quelle che ci ha fatto conoscere ed apprezzare la bravissima Annamaria D’Alonzo

La zona, caratterizzata da un clima temperato-caldo con estati asciutte, ha due problemi ai quali fare attenzione durante la coltivazione degli agrumi: i freddi venti balcanici invernali e la salsedine.

I cosiddetti “ciardinire” difendevano le coltivazioni con appositi frangivento protettivi, ai quali le vecchie generazioni di agricoltori dedicavano molte energie sia nella realizzazione che nella manutenzione.

Molto importante risulta la presenza di sorgive di acqua accumulate nelle cosiddette “peschiere”, utilissime per l’irrigazione estiva che viene ancora effettuata per scorrimento tramite apposite canalizzazioni.

La raccolta ancora oggi è manuale. I contadini raccolgono con delicatezza uno a uno i frutti per tutto l’inverno.

Come dicevamo, il commercio degli agrumi ha origini antiche e ben consolidate. Oltre a inviarli in tutto il mondo, i contadini erano soliti venderli lungo la strada da Fossacesia a Ortona dove allestivano delle vere e proprie bancarelle sulle quali venivano venduti anche prodotti dell’artigiano locale

AGRUMI della COSTA DEI TRABOCCHI. Link utili

Per saperne di più sulla Costa dei Trabocchi, cliccate QUI

Tra le tante cose interessanti, potrete conoscere meglio i trabocchi,

strane  e complesse macchine da pesca, issate su palafitte e sorrette quasi miracolosamente da una ragnatela di cavi e assi

Per saperne di più sugli agrumi, invece, vi segnalo questa pagina

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Pubblicato da lacuocaignorante

Lacuocaignorante è una grande curiosona ed ama cucinare, leggere, viaggiare. In una vita precedente (ovvero prima del matrimonio) ero un ingegnere meccanico. Oggi mi occupo del mio Maritozzo e dei nostri tre gatti, insegno materie scientifiche, realizzo siti internet e continuo ad istruirmi!