Carnevale in Abruzzo, tra carri e tradizioni dimenticate

Carnevale in Abruzzo, tra carri e tradizioni dimenticate

In Abruzzo, come nel resto d’Italia, numerose sono le sfilate di carri che si organizzano in varie città.

Citiamo solo il Carnevale più antico della nostra regione, ricordando però che anche in numerosi comuni marsicani si organizzano divertenti manifestazioni per il Martedì Grasso

IL CARNEVALE D’ABRUZZO di Francavilla al Mare

l Carnevale d’Abruzzo, che si organizza a  Francavilla al Mare dai primi anni del Dopoguerra.

La costruzione dei carri è affidata a maestri cartapestai del luogo, che per la realizzazione delle strutture partono da modelli in argilla, per poi proseguire con la cartapesta e la vetroresina.

Con arte e maestria, vengono realizzati i carri e i loro protagonisti, ispirati alla caricatura e alla satira di personaggi ed eventi assurti alla ribalta dei media nel corso dell’anno.

Alla sfilata partecipano anche gruppi folcloristici, bande musicali e i cittadini, soprattutto bambini, vestiti in maschera.

PATANELLO

Emblema del carnevale francavillese è Patanello. Si narra che la maschera si ispira a un ciabattino, “zi’ patane” vissuto tra la fine dell’800 e i primi del ‘900 nella bella cittadina abruzzese.

A quanto si racconta, era un personaggio stravagante e carismatico, che amava fare baldoria, girare per le osterie e famoso per i suoi scherzi goliardici.  Tuttora Re Patanello apre il corteo seguito da tutti gli altri carri e dai diversi gruppi mascherati.

Le sfilate dei carri allegorici della 63^ edizione si terranno il 4, 11 e 13 febbraio 2018.

Carnevale in Abruzzo. Le maschere della tradizione

FRAPPIGLIA CONTRO TUTTI

La maschera ufficiale della regione è Frappiglia, che riuscì ad ingannare persino il diavolo, ma che ancora porta i segni del suo viaggio all’inferno.

Frappiglia è uno dei tanti contadini abruzzesi che vive in un ambiente semplice ma saggio. 

Il suo nome è la fusione di due termini dialettali, “fra” da frate, cioè fratello, e “piglia” da pigliare, parola che simboleggia il grande cuore degli abruzzesi. Infatti “piglia” è il termine che identifica il gesto del padrone di casa di offrire agli ospiti qualcosa da bere e mangiare.

Il personaggio appartiene al mondo contadino e ne ha tutte le caratteristiche. Da giovanissimo incontra il Diavolo e per ricevere un piatto di pasta cede la sua anima, riservandosi, scaltramente, la possibilità di fare testamento prima della morte davanti ad un notaio e ai rappresentanti dell’inferno e del paradiso.

Nel momento di dettare le sue ultime volontà, si proclama erede della vita, unica cosa di valore in suo possesso, per cui il notaio dispone nella sentenza che Frappiglia può tornare nel regno dei vivi.

Il ricordo del passaggio tra i due mondi resta impresso sugli abiti, così la camicia bianca è il simbolo del Paradiso e l’abito sfrangiato con lingue di fuoco e una grossa voglia sul volto rappresentano il passaggio dall’inferno.

AMICI DI FRAPPIGLIA

Rappresenta la saggezza contadina e l’altruismo al punto tale da essere spesso visto come un taumaturgo. Lo accompagna sempre Mariuccia, tipica bellezza abruzzese nei tratti e nel costume caratteristico: il cutolo, una lunga gonna a pieghe.

Frappiglia si accompagna anche ad altri personaggi.

Baloscio è il subdolo amico, che ha come unico scopo quello di racimolare un piatto di pasta alla chitarra; Rotella è il gendarme prepotente che manda in fumo tutti gli stratagemmi di Frappiglia e Baloscio; Tritapepe, infine, è un sanguinario brigante.

PULCINELLA D’ABRUZZO

Figura particolarissima della tradizione è la maschera del Pulcinella abruzzese, che deriva dalla commedia dell’arte. Si presenta con un abito di modello variabile e realizzato con materiali riciclati.

Il vestito è formato da una casacca di tela ampia, con bottoni che forse rappresentano semi, e da larghi pantaloni, che, in accordo alla casacca, sono di colore rosso ed ornati da frange o strisce rosse, inserite nelle cuciture delle maniche e dei pantaloni, che simboleggiano i germogli.

Il tutto è arricchito da toppe colorate e specchietti che rappresentano i fiori dei prati.

Il costume è poi arricchito da numerosi accessori: insieme al fischietto Pulcinella indossa degli stivali, che sottolineano la predisposizione al comando, un grosso cinturone, una bandoliera, sciarpe pendenti sul petto, campanacci e bubboli, consistenti in sonagli tondeggianti, frusta lunga, spada o bastone decorati e infiocchettati.

Infine porta un grande cappello di forma conica, ornato con fiori e zagarelle, ossia nastri e lacci, che simboleggia il legame tra terra e cielo.

Carnevale in Abruzzo. I dolci della tradizione

dolci di carnevale in Abruzzo sono ricchi di sapore e molto golosi.

Il piatto tipico è la cicerchiata, caratteristica dell’area fra Chieti e Pescara. Si prepara con palline costituite con l’impasto di farina, uova, zucchero e olio fitte in olio o strutto e unite a mandorle, confettini e miele che vengono disposti ad anello in un piatto da portata.

Molto tradizionali sono le chiacchiere o frapperettangoli fritti di sfoglia impastata con farina, uova e vino bianco. Si gustano con una generosa spolverata di zucchero a velo.

Particolari le tradizionali ciambelline di patate fritte, preparate con l’aggiunta di uova, farina, zucchero e cannella

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Pubblicato da lacuocaignorante

Lacuocaignorante è una grande curiosona ed ama cucinare, leggere, viaggiare. In una vita precedente (ovvero prima del matrimonio) ero un ingegnere meccanico. Oggi mi occupo del mio Maritozzo e dei nostri tre gatti, insegno materie scientifiche, realizzo siti internet e continuo ad istruirmi!